Sondare il presente per intercettare il futuro… e anche un po’ crearlo. È WUF – We Understand the Future, il progetto fondato da Etan Genini che mette in relazione artisti, giornalisti e altri professionisti della creatività contemporanea. In occasione della prima edizione/della première di WUF *Basel ArtsLife sarà media partner del progetto, ecco tutte le anticipazioni.
Nell’intervista qui sotto Etan Genini ci ha raccontato la genesi di We Understand the Future, come opera sul campo, i progetti per il futuro e soprattutto che cosa proporrà durante l’art week di Basilea, dove negli spazi del Bar Rouge dell’iconico palazzo accanto alla fiera, in Messaplatz 10, l’11 e il 12 giugno allestirà uno studio profossionale per la produzione di selezionistissime interviste.La sera dell’11 giugno, inoltre, WUF trasformerà la location per l’esclusivo party riservato alla stampa, con un DJ set dei richiestissimi Hunter/Game (per l’ingresso gratuito è necessario registrarsi qui).
Come definiresti WUF – We Understand the Future?
Etan Genini: «Prima di dare una definizione al progetto “WUF” credo sia doveroso dare un pochino di contesto partendo dalla genesi del pensiero che si cela dietro a una simile affermazione: “We understand the future”. “Noi capiamo il Futuro” vuole essere in verità una provocazione più che una presa di posizione.È una provocazione rivolta in primis a noi stessi e che vorremmo estendere ai ricercatori, ai curatori, agli artisti e non da ultimi ai giornalisti che parlano di creatività e cultura; soprattutto a quelli che lavorano per le principali testate globali e che ora più che mai sentono la responsabilità di documentare la sempre più complessa interazione tra tecnologia e creatività.Siamo partiti da una semplice domanda: “Ma noi siamo in grado di capire il futuro?”. Personalmente me lo chiedo di continuo: “Ma io capisco il futuro? Ho tutti quegli elementi che mi servono e mi serviranno per comprenderlo?”. È una domanda che mi faccio da diverso tempo e la risposta più naturale è stata quella di cercare di creare un sistema, un luogo da condividere che permettesse a quante più persone come me, di mettersi nella posizione di comprendere meglio cosa poetesse accadere nel futuro e da lì, naturalmente, è nata l’idea di proporre al pubblico WUF. Con il nostro team che opera perlopiù nello sviluppo e gestione di proprietà intellettuali in ambito artistico, abbiamo deciso di creare “un sistema di condivisione” dove mettere in relazione nella maniera più spontanea e veloce possibile nuove traiettorie creative, nuovi processi creativi, nuove tendenze e visioni creative con i principali giornalisti in modo da permettere loro di scoprire in tempo zero tutti quei progetti destinati a cambiare le sorti del futuro prossimo della creatività. A noi piace definire WUF come una “piattaforma di condivisione” che vuole facilitare lo scambio di informazioni utili alla comprensione di questo momento senza precedenti, di evoluzione tecnologica e valoriale nell’ambito della cultura creativa».
Come è nato WUF e quali professionalità ed esperienze raccoglie?«WUF nasce da un percorso durato tre o quattro anni: nello sviluppare in vari luoghi del mondo i progetti degli artisti con cui collaboriamo, ci siamo resi conto dell’immenso stress al quale sono sottoposti i giornalisti nello svolgere le loro mansioni primarie.Raccogliere informazioni, elaborarle e realizzare tutti quei contenuti necessari a soddisfare l’aspettativa della testata e dello spettatore non è davvero cosa facile.I budget di produzione si vanno sempre più riducendo e la qualità dell’interazione fra artista, curatore e addetto stampa va anch’essa sempre più riducendosi sia in termini di tempo che in termini di potenzialità produttive.Abbiamo quindi pensato di creare un sistema organizzato e semplice per mettere in relazione il giornalista che decide di farne parte con nuove tendenze e progetti creativi ponendoci come facilitatori della documentazione e divulgazione degli stessi».
Che cosa offre WUF a livello pratico?
«Sviluppare un evento WUF in una determinata sede consiste nella creazione di uno studio di produzione dal quale i nostri media partner e non solo, possano usufruire della tecnica e del personale messo a disposizione dalla nostra organizzazione e assieme, cominciare un’attività di produzione di contenuti sinergica e che si spera sia in grado di dare maggiore qualità a livello di produzione, di mole di contenuti prodotti e di innovazione relativamente alle tematiche proposte.Con voi di ArtsLife è subito stato “amore”, avete immediatamente compreso la potenzialità ed l’efficacia dell’approccio e lo stesso è stato con La Lettura, anch’essa media partner dell’iniziativa durante il primo WUF Basel che avrà luogo i prossimi 11 e 12 giugno.Oggi siamo qui assieme a presentare la prima edizione di WUF a Basilea nella speranza che dia il via a una lunga serie di eventi prodotti insieme».
Che cosa proporrà WUF con la sua presenza all’imminente edizione art week di Basilea?
«Dal punto di vista della proposta per il pubblico, da Basilea è prevista un’attività produttiva che sfocerà nella realizzazione di un’importante serie di “contenuti speciali” tutti girati tra l’11 e il 12 giugno e che verranno divulgati sui canali dei nostri media partner.Ad oggi sono programmate oltre 20 video interviste e diversi solo press showcase – format dedicati alla stampa – e siamo particolarmente curiosi di assistere a quale sarà la reazione da parte dei giornalisti di fronti a un formato che non abbiamo mai presentato loro prima. Lo stesso vale per i contenuti che deriveranno dalle varie attività di confronto e interviste con alcuni dei principali artisti contemporanei e ricercatori nell’ambito della creatività contemporanea.Solo dopo il 12 giugno potremmo sederci e tirare le somme, ma a giudicare dal responso che stiamo ricevendo dagli addetti ai lavori siamo davvero fiduciosi».
Come sarà allestito lo studio e come si svolgono le interviste?
«Cominciamo col dire che la location è davvero speciale: siamo a più di cento metri sul livello del mare, nell’conico locale della nightlife basileese Bar Rouge, il cui ingresso è situato a pochi metri “dell’entrata dell’orologio” della fiera Art Basel.Per non strafare abbiamo deciso di realizzare un’installazione basata su un’implementazione di schermi non troppo invasiva e nel contempo in grado di valorizzare il panorama davvero imperdibile da lassù.Durante il giorno lo studio vivrà secondo delle dinamiche tipiche dello studio da broadcasting televisivo: telecamere, intervistatori e intervistati… per poi trasformarsi, verso sera, in una galleria del futuro, sospesa nell’aria, da dove gustarsi uno standing dinner e tanta buona musica con il fine ultimo di scoprire insieme quanto di più interessante il futuro dell’arte ha in serbo per noi».
Per la serata dell’11 giugno WUF organizza un party riservato alla stampa con un DJ set di Hunter/Game. Come è nata la collaborazione con questo duo?«Direi che la collaborazione è nata per la passione che alcuni membri del nostro team nutrono da anni nei confronti della loro musica. Hunter/Game è un progetto artistico che si sta distinguendo in giro per il mondo e che anno dopo anno, a ogni release, sta facendo evolvere la propria identità visiva assieme a quella sonora.Qualche tempo fa sono capitati tra le mura della nostra sede di Lugano, dove ci hanno esposto il concetto che porteranno in giro per il mondo a partire da quest’estate; il progetto ci è sembrato davvero interessante e oltre ad iniziare una collaborazione nell’ambito della produzione della parte visiva abbiamo proposto loro di essere i nostri ospiti d’onore in occaisone del party che volevamo realizzare per gli addetti stampa presenti a Basilea in quei giorni… e loro hanno accettato senza esitare».
Quali sono i progetti per il futuro di WUF?
«Siamo in trattativa con diversi organizzatori e location. Gli Emirati Arabi e gli Stati Uniti ad ora sono delle mete certe… ma sono diverse le capitali culturali che sembrano voler abbracciare WUF e la sua visione, stiamo, inoltre, riscontrando molta attenzione da parte del mercato. Tutto questo supporto ci ha davvero colti di sorpresa e ci riempie di soddisfazione».