Dal Sonar di Barcellona all’Hï Ibiza passando per il Fabric di Londra, il The Block di Tel Aviv, il Watergate a Berlino, il Warung in Brasile e lo storico Space di Ibiza: sono solo alcuni dei festival e dei club in cui hanno scritto la propria storia gli Hunter/Game, vulcanico duo formato Martino Bertola e Emmanuele Nicosia.Durante l’arte week di Basilea ci sarà un’occasione unica per immergersi nella musica degli Hunter/Game: la live performance che realizzerannno l’11 giugno alla serata esculsiva per la stampa organizzato da WUF – We Understan the Future, nell’iconico Bar Rouge in Messeplatz (per partecipare alla serata è indispensabile richiedere l’accredito qui).
Protagonisti della scena mondiale della musicale elettronica, gli Hunter/Game sono anche parte del collettivo Afterlife, fondatori dell’etichetta Just This e ideatori del progetto VISION di cui uscirà un album a settembre. Martino Bertola e Emmanuele Nicosia ci hanno raccontato la loro ricerca, la loro doppia anima di artisti e produttori e i progetti per il futuro nell’intervista qui sotto.
Come Hunter/Game avete iniziato a lavorare insieme nel 2010 e da allora è stato un crescendo di successi. Avete pubblicato con etichette molto importanti e siete stati invitati a numerosi eventi all’estero. Quali percorsi individuali avete seguito prima di incontravi? Che cosa vi ha spinto a fondare Hunter/Game?
«Abbiamo seguito percorsi diversi essendo di diverse età, Emmanuele è stato influenzato sicuramente dalla musica degli anni Ottanta e dalla musica elettronica di quel periodo, Martino è cresciuto verso la fine degli anni Novanta, e si è sempre interessato di musica elettronica IDM, come Aphex Twin, Boards of Canada e tutta la scena britannica.Abbiamo iniziato a collaborare nel 2006 quando ci siamo conosciuti, la nostra amicizia ci ha poi portato in studio per alcuni anni e a collaborare prima di pubblicare il nostro primo disco».
Hunter/Game ha oggi una solida reputazione internazionale. Quali sono stati alcuni dei momenti più importanti di questa crescita? Quali nuovi spunti vi ha dato la dimensione internazionale? E quali nuove sfide vi ha chiesto di affrontare?
«Sicuramente abbiamo avuto una carriera piena di soddisfazioni e la lista potrebbe essere infinita, sicuramente pubblicare un album su Kompakt è stato uno dei passi che ci ha reso piû fieri, ma avere fatto parte del collettivo di Afterlife è stato qualcosa di speciale negli anni.Suonare su palcoscenici importanti è stato poi un coronamento di quello che abbiamo fatto con la musica. Tra i numerosi contesti abbiamo suonato al Sonar di Barcellona, e in club internazionali come il Fabric di Londra, il The Block a Tel Aviv, il Watergate a Berlino e il Warung in Brasile. Abbiamo anche avuto l’opportunità di suonare allo Space di Ibiza prima che chiudesse.Abbiamo vissuto gli anni del clubbing in club come Stereo a Montreal, Output a New York e in un posto speciale a casa nostra come il Volt…sono stati anni magici.
La nostra nuova sfida è quella di portare il nostro nuovo concept VISION sviluppato con Valuart nei palcoscenici internazionali, e condividere con il pubblico il nostro universo sonoro e visual».
Quali sono le vostre principali fonti di ispirazione in ambito musicale e – se ci sono – provenienti da altri contesti?
«Noi abbiamo un influenza musicale veramente ampia, come abbiamo detto prima da Boards of Canada, Warp Records a Boarder Communiti di James Holden, ci ispiriamo anche e musica neo classica, come Ólafur Arnaud, Allevi, Nils Frahm, Max Richter fino a Trent Reznor, abbiamo tante influenze che magari non vengono percepite direttamente a primo impatto, ma che sono il pilastro del nostro immaginario musicale».
Avete fondato anche un’etichetta discografica: Just This. Quali sono i suoi tratti distintivi? Che cosa significa avere un’etichetta discografica oggi? E come vivete il doppio ruolo di artisti e produttori?
«Abbiamo fondato la nostra etichetta discografica soprattutto per la necessità di potere essere liberi di pubblicare della musica senza restare nei canoni di altre persone e per esprimerci al pieno della nostra scelta musicale.Negli anni abbiamo incontrato sulla scena molti artisti che si sono affiancati a noi e che abbiamo pubblicato: cerchiamo sempre di scegliere talenti emergenti e di promuovere le nuove generazioni di musicisti per dare spazio in un settore molto difficile per gli emergenti.Sicuramente richiede tanto lavoro, un’organizzazione e un team strutturato, ma noi la viviamo piû come un piacere che come un lavoro: ci piace produrre, stare in studio e supportare altri artisti, ormai la nostra piattaforma è distintiva e affermata, questo ci permettere di affrontare la musica come pura scelta artistica».
L’11 giugno a Basilea sarete i protagonisti dell’attesissimo party riservato alla stampa organizzato da WUF – We Understand the Future. Potete darci qualche anticipazione su ciò che proporrete?
«Cerchiamo sempre di capire in che contesto stiamo performando, con Emmanuele ci esibiamo solo in Live con gli Strumenti in Festival, Martino nella sua performance da Dj cerca sempre di avere un contatto diretto con il pubblico, suonare su un palco da 10mila persone o per un evento privato sono due cose molto diverse, quando si performa in un evento privato di questo genere si ha la possibilità di instaurare un dialogo piû intimo con il pubblico e portare ed esprimere una performance piû personale».
Fate parte del collettivo di Afterlife, avete qualche novità da raccontarci?
«Abbiamo in programma alcuni eventi con Aftrelife tra cui Hï Ibiza: è sempre qualcosa di speciale fare parte di questi eventi perchè lo spettacolo che crea Afterlife è un esperienze veramente unica e trascende dallo spazio della musica, in un vero e proprio show di entertainment».
Quali progetti avete per il futuro? Quali saranno i maggiori eventi a cui prenderete parte nei prossimi mesi?
«Siamo focalizzati sul nostro concept VISION che seguirà l’uscita del nostro album settembre, stiamo lavorando molto con i ragazzi di Valuart per proporre un’esperienza diversa dal solito. Sempre per VISION abbiamo in programma due eventi in importanti città europee, che sveleremo presto».